FEDERICA ANGELI
SABATO 22 SETTEMBRE 2018 ore 21.15
OSIMO (AN)
HOTEL LA FONTE
VIA FONTE MAGNA, 33
Premio Giornalisti in Prima Linea
“Il coraggio” è il tema della settima edizione del Festival del giornalismo d’inchiesta che si svolgerà ad Ancona, Osimo, Filottrano, Castelfidardo e San Marcello dal 22 al 29 settembre prossimo per iniziativa del Circolo Culturale Ju-Ter Club Osimo e del Circolo +76. Il coraggio che deve avere il cronista che sceglie come sua esperienza professionale il giornalismo investigativo. Il Festival 2018 proporrà una serie di testimonianze uniche, di giornalisti che hanno fatto della ricerca della verità la loro ragione di vita, rischiando in prima persona, non cedendo a intimidazioni, minacce e perfino aggressioni fisiche.
Non a caso il Festival sarà aperto (sabato 22 settembre, alle 21,15) da Federica Angeli, la giornalista di Repubblica che da cinque anni vive sotto scorta per le sue inchieste sulla mafia romana, sulle famiglie che controllano e dominano molte attività economiche sul litorale romano; la giornalista che non ha esitato a testimoniare nell’aprile scorso in un’aula di Tribunale, nonostante qualche giorno prima le fosse stata recapitata una busta con dentro un proiettile. L’ennesima intimidazione non l’ha fermata, non cede all’omertà, si batte per l’affermazione della verità e della giustizia.
Federica Angeli è il simbolo del coraggio, di un giornalismo che non si arrende, che lotta per il principio fondamentale della professione (“la verità sostanziale dei fatti”), nonostante le mille difficoltà, il precariato, il tentativo di porre bavagli e – non ultimo – lo sfruttamento economico. Con le sue inchieste ha denunciato il malaffare che regna nella località in cui è nata e vive (Ostia), il litorale che affaccia la capitale sul Mediterraneo. Una frazione di Roma dominata da tre famiglie (Triassi, Fasciani e Spada).
Cronista di nera e di giudiziaria, Federica Angeli con le sue inchieste ha contribuito all’arresto di 32 persone del clan Spada, l’organizzazione criminale che minaccia la giornalista e la sua famiglia. Ha denunciato cioè un sistema di estorsioni e pizzo e il tentativo del clan di estendere la propria influenza sugli stabilimenti balneari. Parla esplicitamente di comportamenti e atteggiamenti mafiosi in una realtà la popolazione non accetta l’esistenza di una mafia che parli l’accento romano. Prevale la convinzione che la mafia sia una piaga circoscritta al Sud Italia; un rifiuto a priori, quasi come un esorcismo per allontanare il problema.
Federica indaga e racconta la storia di uno degli stabilimenti balneari più belli di Ostia (L’Orsa Maggiore) che – secondo le sue fonti – era stato sottratto in pochi giorni alla famiglia che lo gestiva da più di trent’anni. Va sul posto con due telecineoperatori e chiede di parlare con il titolare della struttura. Si presenta Armando Spada al quale rivolge una serie di domande. Di fronte all’incalzare della giornalista Armando Spada si spazientisce, la rinchiude in una stanza e comincia a minacciarla, facendole capire che potrebbe fare del male alla sua famiglia e ai suoi tre bambini.
Federica Angeli non si arrende e continua anzi la sua inchiesta per dimostrare collusioni e complicità di commercianti, imprenditori, politici e poliziotti. Un sistema che sembra impenetrabile, ma che è poi riconosciuto anche dalla magistratura con arresti e condanne. Il 16 luglio del 2016 avviene però un fatto che cambia la sua vita: è a letto, sente le grida di una ragazza, si alza, si affaccia sul balcone e assiste a uno scontro a fuoco fra gli Spada e i Triassi. Non è l’unica ad affacciarsi, ma uno dei boss intima a tutti di rientrare in casa. La gente ubbidisce. Federica no e diventa così l’unica testimone oculare del tentato omicidio. Va in Commissariato, risponde alle domande della Polizia, fa i riconoscimenti fotografici, verbalizza ciò che ha visto.
Da quel giorno la sua vita diventa un inferno. Le assegnano una scorta, ma le minacce e le intimidazioni sono quasi quotidiane. Trova gli uomini dei clan al bar mentre prende il caffè, le fanno capire che sono in grado di colpire lei e la sua famiglia quando vogliono, le urlano di notte “infame” sotto la finestra, arrivano a spargere liquido infiammabile sotto la porta di casa.
In qualche modo riescono a fermala. Girare con la scorta significa niente più giornalismo d’inchiesta, una rinuncia per lei pesantissima. Sacrifici, privazioni e rinunce sono però ripagati dagli arresti e dall’applicazione del 416 bis, cioè il reato di associazione di stampo mafioso contestato agli Spada.
La storia di Federica, raccontata in un libro (A mano disarmata) diventerà un film: il ruolo di Federica sarà interpretato da Claudia Gerini.
Dal 2006 a oggi i giornalisti minacciati sono stati oltre 3.600. Solo quest’anno i giornalisti che hanno ricevuto minacce sono una ottantina; venti quelli che vivono sotto scorta. Certo, non possiamo dimenticare anche un’altra parola: paura. Ma il Festival del giornalismo d’inchiesta 2018 incentra per ora la sua attenzione sul “Coraggio”.
FEDERICA ANGELI
Giornalista del quotidiano La Repubblica, si occupa di cronaca nera e giudiziaria. Ha realizzato importanti inchieste fra le quali quella sui legami fra la pubblica amministrazione e la criminalità a Ostia. Dal 2015 vive sotto scorta.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella le ha conferito il titolo di Ufficiale dell’Ordine al merito della repubblica per il suo impegno nella lotta alle mafie.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella le ha conferito il titolo di Ufficiale dell’Ordine al merito della repubblica per il suo impegno nella lotta alle mafie.
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