SILVIA TORTORA "Cara Silvia, lettere per non dimenticare"

Giovedì 24 marzo, ore 18.30, Aula Magna Palazzo Campana di Osimo, sarà ospite dello Ju-Ter Club SILVIA TORTORA.
Ripercorriamo insieme una delle pagine più nere della giustizia italiana il "Caso Tortora" Silvia Tortora, figlia di Enzo, giornalista ed autrice di programmi televisivi come “Mixer” e “La Storia siamo Noi”, sarà ospite del rinnovato “Circolo Culturale Ju-Ter Club” nell’ambito della Rassegna Letteraria “I Contemporanei: conversazioni con chi scrive il presente”, giovedì 24 marzo, alle ore 18.30, presso l’Aula Magna del Palazzo Campana di Osimo. Silvia, oltre a presentare alla cittadinanza il libro di Enzo Tortora "Cara Silvia, lettere per non dimenticare" (raccolta di missive che il padre scrisse alla famiglia durante il periodo di detenzione) ripercorrerà la scellerata vicenza giudiziaria che coinvolse il celebre presentatore negli anni '80. 

Riassumiamola in breve, in quanto quella di Enzo Tortora è una delle pagine più nere della giustizia italiana. Il primo caso di "manette-spettacolo". Enzo Tortora è un noto giornalista, conduttore radiofonico e televisivo. Il suo volto è reso definitivamente famoso della televisione pubblica ed in particolare dalla trasmissione di successo “Portobello” , intimamente legata al momento più alto della sua carriera, alla sua caduta e alla sua rinascita. Il 17 giugno del 1983 improvvisamente la sua vita cambia. Viene arrestato alle prime luci dell’alba hotel Plaza a Roma, ma condotto in carcere solamente diverse ore più tardi quando ormai la notizia si era diffusa e giornalisti e televisioni erano pronti a riprendere la scena. L’accusa mossa è quella di associazione a delinquere di stampo camorristico basata sulle dichiarazioni di alcuni pentiti.
Tortora fin dal primo momento si dichiara innocente e totalmente estraneo alla vicenda, tuttavia rimarrà in carcere per 7 mesi prima di ottenere gli arresti domiciliari per motivi di salute. La sua vicenda colpisce fortemente l’opinione pubblica italiana,divisa, come spesso accade in questi casi, tra coloro che credono alla sua innocenza e tra quelli che invece, ne sostengono la colpevolezza. La vicenda assume anche contorni politici. Infatti, Tortora nel giugno del 1984 viene eletto europarlamentare sotto il simbolo dei Radicali. Il processo e le indagini continuano, ora il presentatore potrebbe utilizzare l’immunità parlamentare per evitare il giudizio, ma vi rinunzia. In primo grado viene condannato a 10 anni, ma un anno più tardi, nel 1986, la Corte d’Appello di Napoli ribalta la sentenza: assoluzione con formula piena, l’impianto accusatorio, con particolare riferimento ai pentiti non risulta credibile. Il verdetto è poi, definitivamente confermato dalla Cassazione nel giugno del 1987. La fine della vicenda giudiziaria porta Enzo Tortora a tornare in televisione proprio in quella trasmissione lasciata all’apice del successo in seguito al suo improvviso arresto. La frase “Dunque, dove eravamo rimasti?” è quella pronunciata dal celebre conduttore nel ripresentarsi al suo pubblico 4 anni dopo l’inizio del suo terribile incubo. E’ una frase carica di significati che provoca profonda emozione nel pubblico che lo accoglie con una standing ovation. Tortora continua “Potrei dire moltissime cose e ne dirò poche. Una me la consentirete: molta gente ha vissuto con me, ha sofferto con me questi terribili anni. Molta gente mi ha offerto quello che poteva, per esempio ha pregato per me, e io questo non lo dimenticherò mai. E questo "grazie" a questa cara, buona gente, dovete consentirmi di dirlo. L'ho detto, e un'altra cosa aggiungo: io sono qui, e lo so anche, per parlare per conto di quelli che parlare non possono, e sono molti, e sono troppi. Sarò qui, resterò qui, anche per loro. Ed ora cominciamo, come facevamo esattamente una volta”. Una volta concluso il processo giudiziario molte sono le trasmissioni di approfondimento che dedicano spazio al suo caso, che analizzano la sua complessa vicenda, che dimostrano l’infondatezza e spesso la fragilità delle accuse. Nonostante questa riabilitazione Tortora rimarrà coi suoi cari e col suo pubblico non più di un anno dal momento del suo ritorno sulle scene: il 18 maggio del 1988 morirà per un cancro ai polmoni.

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